Differenza tra saldatura a filo e a elettrodo: ecco tutto quello che devi sapere

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Sia chiaro: in questo articolo non ti diremo quale dei due processi di saldatura è migliore perché la risposta a questa questa domanda non è secca, ma un più articolato “dipende”. Ecco perché ti aiuteremo ancora di più, spiegandoti che differenza c’è tra la saldatura a elettrodo e a filo continuo, in modo che tu abbia tutte le informazioni per capire qual è il processo migliore. Cominciamo?

Differenza n.1: la definizione.

Ebbene sì, la definizione che viene data dalle norme di saldatura ci dice fin da subito qual è la grande differenza tra questi due processi. La saldatura a elettrodo, infatti, è totalmente manuale. Perché? Perché le dimensioni dell’elettrodo sono finite: esaurito l’elettrodo ti dovrai fermare a sostituirlo per ricominciare a saldare con uno nuovo. In gergo si dice che sei tu, operatore, ad alimentare il bagno di saldatura.
Il filo invece è un processo semi-automatico perché è il motoriduttore (la nostra saldatrice, in pratica) a spingere il filo nella torcia. Si chiama “filo continuo” proprio perché non c’è un limite di dimensioni sulla lunghezza del filo dunque non ti devi fermare spesso a sostituirlo. Certo, la bobina a un certo punto finisce ma nel tempo che hai consumato l’intera bobina di filo, quanti elettrodi avresti usato? (vedi anche la differenza n. 4)

Differenza n.2: le scorie.

L’elettrodo è un processo che fa scorie e fumi. Va considerato se lavori in ambienti chiusi, nei quali ti serve un alleato in più oltre alla saldatrice: l’aspiratore. Inoltre, le scorie sulla saldatura che hai fatto richiedono una passata di martospazzola o una leggera molatura. Però considera anche che le scorie proteggono il bagno di saldatura rendendoti la vita un po’ più facile proprio durante la saldatura.

Differenza n.3: i materiali.

A differenza della saldatura a filo, quella a elettrodo ti consente di lavorare con tutti i materiali, cambiando l’elettrodo in base a cosa devi saldare, ovviamente.

Differenza n. 4: produttività.

L’ultima differenza tra saldatura a filo e saldatura a elettrodo riguarda la resa del processo. Il filo è il processo più produttivo proprio perché il materiale d’apporto non finisce velocemente e perché non produce scorie, consentendoti di saldare senza troppe fermate e ripartenze. Insomma, nell’esecuzione dei giunti, la saldatura a filo è più veloce. Ovviamente parliamo di fili animati (saldatura a filo senza gas) in cui il flusso interno ti consente di saldare veloce e di approcciare anche saldature più complesse (se non sei proprio alle prime armi) come il verticale ascendente o l’orizzontale sopra la testa.

Differenza n.5: spessore del filo

Nel caso delle macchine monofase (come le saldatrici helviLITE) la saldatura a elettrodo è indicata quando devi saldare materiale di grosso spessore, mentre la saldatura a filo è l’ideale per saldare materiali di spessori sottili. Per comprendere meglio questa diversità, ti consigliamo di leggere anche l’articolo sulle differenze tra le saldatrici a elettrodo e quelle a filo.

Differenza n.6: facilità

Dal punto di vista della manualità, la saldatura a filo è più facile di quella a elettrodo, ma ti abbiamo detto molte volte che in questo mondo la “facilità” di saldatura è soggettiva perché dipende dall’esperienza e dalla manualità di ognuno. Una cosa è certa, però: tutti possono imparare a saldare e questo blog nasce proprio per questo, insieme ai tutorial di mrMAKER sul nostro canale YouTube.

Ora che sai tutte le differenze tra i due processi, puoi stabilire tu quando saldare a filo e quando saldare a elettrodo, in base al tipo di progetto, alla tua manualità o semplicemente alla saldatrice che hai a disposizione. A proposito, hai visto le nostre saldatrici facili da usare e pensate per il fai da te? Le trovi qui.

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